Cosa rischia chi non paga le tasse?
Se c’è una cosa dalla quale i cittadini non possono “fuggire” sono le tasse e le imposte, le quali vanno versate regolarmente allo Stato. Prima di rispondere alla domanda con la quale abbiamo aperto questo articolo, però, dobbiamo fare la distinzione tra il significato di tasse e imposte.
Le prime sono quei contributi che i cittadini devono pagare quando usufruiscono di un servizio statale. Ad esempio, c’è la tassa sui rifiuti - la TARI - che va corrisposta a fronte del servizio erogato dal Comune di appartenenza; anche il Canone Rai e il Ticket Sanitario sono delle tasse, perché si riferiscono a due servizi specifici (l’abbonamento alla TV di Stato e le prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza).
Le imposte invece devono essere corrisposte a fronte di servizi rivolti a tutti i cittadini, indipendentemente da chi ne usufruisce e chi no. Un esempio è l’imposta - indiretta - sul valore aggiunto (IVA), così come l’imposta - diretta - sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).
Fatta questa dovuta premessa, possiamo rispondere alla domanda - molto comune tra i cittadini specialmente in questo momento in cui la pressione fiscale in Italia è piuttosto alta - su cosa succede a chi non paga le tasse.
Naturalmente ci sono “tasse” e “tasse”; le conseguenze infatti dipendono dalla tipologia - e dall’ammontare - del debito che il cittadino ha nei confronti dello Stato. Facciamo chiarezza.
Evasione fiscale
Quando non si pagano le tasse si è colpevoli di evasione fiscale. Si tratta di quel comportamento che si verifica nel caso in cui il cittadino che deve pagare una tassa o un’imposta si sottrae al suo dovere, sia parzialmente che integralmente.
Si ha evasione fiscale quando il comportamento del contribuente è di tipo doloso, ossia quando il danno viene arrecato intenzionalmente. Tuttavia anche il comportamento colposo può portare all’accusa di evasione fiscale: ricordiamo infatti che “ignorantia legis non excusat” e di conseguenza il cittadino non può giustificare il mancato pagamento di una tassa con la non conoscenza della stessa.
Chi non paga le tasse, e quindi è un evasore fiscale, commette generalmente un illecito tributario e di conseguenza sarà soggetto a delle sanzioni amministrative. Ci sono dei casi però in cui l’illecito tributario non integra solamente gli estremi dell’illecito amministrativo, ma anche di quello penale; per questo motivo chi non paga le tasse - a seconda dei casi - può andare anche in carcere.
Quando l’evasione fiscale è reato
È evidente che non tutti gli illeciti tributari hanno la stessa gravità. Solo alcuni di questi, infatti, sono considerati reati e ciò dipende da diversi fattori.
Per capire quando chi non paga le tasse commette un reato dobbiamo fare riferimento al decreto legislativo 74/2000, modificato sia nel 2011 (con il decreto n°138) che nel 2015 (decreto n°158).
Commette reato ad esempio chi per non pagare le tasse effettua una dichiarazione dei redditi - o IVA - fraudolenta, indicando degli elementi passivi fittizi oppure alternando le scritture contabili.
Per esserci reato, però, è necessario che sussistano determinate condizioni: ad esempio, l’imposta non pagata deve essere almeno superiore ai 30mila euro, mentre i redditi non dichiarati devono superare o il 5% del totale o l’importo di 1,5 milioni di euro.
Solo quando sussistono entrambi i criteri l’evasore può essere condannato per dichiarazione fraudolenta, punita con la reclusione (per un periodo che va da 1 anno a 6 mesi a 6 anni).
Un’altra fattispecie di evasione fiscale che si configura come reato è quella di chi effettua una dichiarazione infedele. Questo reato sussiste al di fuori dei due casi elencati in precedenza (dichiarazione dei redditi e IVA) ma solo quando l’imposta non pagata è superiore ai 150mila e il reddito non dichiarato supera il 10% del totale (o anche i 3 milioni di euro).
In questo caso la sanzione prevista è sempre la reclusione, per un periodo che va da 1 a 3 anni.
Anche chi non presenta la dichiarazione dei redditi - o IVA - entro i 90 giorni dalla scadenza (ma solo se l’imposta evasa è superiore ai 50mila euro, 250 mila per l’omesso versamento dell’IVA) commette un reato - dichiarazione omessa - punito con la reclusione da 1 a 3 anni.
È possibile inoltre che per pagare meno tasse un contribuente si metta d’accordo con terzi per l’emissione di fatture false. In tal caso il reato sussiste indipendentemente dall’importo dell’evasione ed è sanzionato con il carcere (da 1 anno a 6 mesi a 6 anni).
Infine, è previsto il carcere - reclusione da 6 mesi a 5 anni - per coloro che distruggono o occultano scritture contabili per le quali la legge stabilisce la conservazione.
Quando l’evasione non è reato cosa si rischia?
Al di sotto delle soglie indicate nel paragrafo precedente, quindi, l’evasione fiscale non è reato. Tuttavia si tratta comunque di un illecito tributario che presenta gli estremi dell’illecito amministrativo e come tale va sanzionato.
Le conseguenze in questo caso dipendono dalla tipologia della tassa non pagata: generalmente comunque il cittadino riceve la cartella di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate di Riscossione e dovrà pagare una sanzione sull’imposta dovuta.
In caso di mancato pagamento verrà avviata la procedura per l’esecuzione forzata, ossia il soddisfacimento, che verrà attuato in modo coatto, del diritto del creditore - in questo caso lo Stato - nei confronti del debitore. Non pagando le tasse, quindi, c’è il rischio di un pignoramento dei beni, mentre a seconda dei casi sono previste delle ulteriori misure cautelari come l’ipoteca o il fermo amministrativo dell’auto.
Non pagare le tasse quindi comporta sempre una sanzione, che può essere più o meno severa a seconda dei casi. Ecco perché l’unico modo per mettersi al sicuro da un eventuale controllo dell’Agenzia delle Entrate o da un blitz della Guardia di Finanza è quello di adempiere a tutti gli adempimenti fiscali previsti dallo Stato.
Fonte: Money.it